Introduzione
Il dolore cervicale, meglio noto con il termine medico di cervicalgia, costituisce, insieme alla lombalgia, uno dei maggiori problemi muscolo-scheletrici presenti nella popolazione ed in particolar modo in quella occidentale. Rappresenta una delle cause più frequenti di assenza dal lavoro, rientrando, quindi, tra le patologie con alto impatto economico nei paesi industrializzati.
Data la sua elevata diffusione, in qualità di professionisti sanitari, spesso nella nostra pratica clinica ci troviamo a trattare casi di dolore cervicale di diversa natura, proponendo ai pazienti tutte le varie strategie valutative, diagnostiche e terapeutiche, per ottenere una rapida risoluzione del problema in atto.
Tra le opzioni fisioterapiche a cui potersi sottoporre in caso di dolore cervicale, in questo articolo intendiamo parlare di una terapia strumentale molto conosciuta e tra le più prescritte dagli specialisti ortopedici/fisiatri: la Tecarterapia.
Ma, prima di proseguire con un’illustrazione delle sue possibili applicazioni in casi clinici di cervicalgia, riportiamo alcune informazioni sul disturbo esaminato.
Quanto sai sul dolore cervicale?
Il dolore cervicale, o cervicalgia, è localizzato nel tratto cervicale della colonna vertebrale, che va ad includere la parte posteriore del collo, i muscoli trapezi delle spalle, può irradiarsi al braccio ed arrivare fino alle mani, oppure estendersi anche verso la fronte.
Interessa maggiormente soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni e colpisce soprattutto le donne o chi abita in città rispetto alle zone agricole.
I sintomi più comuni nelle persone che soffrono di dolore cervicale o cervicalgia, risultano essere:
- Tensione muscolare
- Fastidi, Nausea
- Mal di testa
- Vertigini
- Formicolii sulle braccia e sulle mani
- Rigidità della parte interessata
- Difficoltà ad effettuare movimenti
- Pesantezza della testa
- Disturbi visivi
Per avere informazioni più dettagliate sul dolore e/o infiammazione cervicale, leggi l’articolo presente sul nostro sito “Cervicale: sintomi e infiammazione. 5 segni per riconoscerla.”
Come puoi intervenire sul dolore cervicale?
Numerose sono le modalità di trattamento di un eventuale caso di cervicalgia o dolore cervicale, a seconda della sua diversa natura. E’ possibile distinguere terapie di tipo conservativo e terapie di tipo chirurgico.
Tra le terapie conservative elenchiamo le seguenti:
- Rimedi naturali: applicazioni di unguenti o estratti naturali con riconosciute proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche (arnica montana, artiglio del diavolo, canfora) o assunzione di tisane con piante ad azione rilassante e calmante (melissa, camomilla, valeriana).
- Rimedi farmacologici: assunzione di antinfiammatori non steroidei (FANS), farmaci mio-rilassanti, cortico-steroidi, analgesici.
Rimedi fisioterapici: esecuzione di sedute strumentali (laser, tens, tecar ecc…) in fase acuta per la risoluzione del dolore e dell’infiammazione seguite da sedute di massoterapia decontratturante per il rilassamento muscolare e da un programma di esercizio terapeutico e di rieducazione posturale.
- Ossigeno-ozono terapia
Le terapie di tipo chirurgico, a cui si fa ricorso solo in caso di forte disabilità del paziente nella vita quotidiana e di fallimento del trattamento conservativo, prevedono tecniche di discectomia, cioè di rimozione del disco intervertebrale e sua successiva sostituzione.
Se vuoi scoprire di più sui possibili rimedi e cure in caso di dolore cervicale, leggi l’articolo
“Dolore cervicale: quali sono i rimedi e le cure principali”.
La Tecarterapia: sai cosa è?
La Tecarterapia, conosciuta come Tecar è un elettromedicale fisioterapico, spesso utilizzato per trattare infiammazioni muscolo-scheletriche. Il suo funzionamento venne scoperto addirittura nel 1890 dal medico e fisico francese Jacques Arsène d’Arsonval: si tratta, quindi, di una delle terapie più consolidate nel settore fisioterapico. Mentre in passato la Tecarterapia veniva utilizzata principalmente negli sportivi per accelerare i tempi di recupero, adesso è una delle terapie fisiche antalgiche più applicate, anche nelle persone non sportive con tipici disturbi dell’età adulto-anziana.
Come funziona la Tecarterapia?
La Tecarterapia, o Tecar, è una terapia strumentale che fa parte della categoria delle termoterapie, ossia le terapie che hanno alla base del loro funzionamento il calore, come la laserterapia e la terapia ad infrarossi. Laserterapia e terapia ad infrarossi rientrano all’interno della categoria delle terapie esogene, nelle quali il macchinario fornisce calore dall’esterno al corpo. La Tecarterapia, a differenza delle due precedenti termoterapie, rientra nella categoria delle terapie endogene dove, con l’utilizzo della trasmissione di energia, riesce a produrre calore all’interno del corpo per ridurre le tempistiche di guarigione.
Il macchinario è dotato di una piastra mobile (o manipolo) con cui l’operatore massaggia la zona dolente o infiammata; una piastra fissa (o piastra di ritorno) da posizionare in una regione corporea che circoscriva , insieme al manipolo mobile, la zona che richiede il trattamento e il dispositivo a cui sono collegate le due piastre e che l’operatore stesso deve regolare in alcuni specifici parametri di erogazione di energia. La zona anatomica trattata, con i tessuti che la compongono, rappresenta il materiale isolante che si trova interposto tra le armature; il macchinario di connessione delle due piastre costituisce il generatore elettrico. Quest’ultimo se regolato nella maniera esatta, va a creare una differenza di potenziale tra le due piastre della tecar.
Per riuscire ad effettuare la trasmissione di energia, della quale abbiamo parlato precedentemente, bisogna ricoprire la piastra fissa di ritorno e la parte del corpo trattata con uno strato di crema che serve proprio da conduttore e non ha alcune proprietà mediche curative.
Una seduta di Tecarterapia ha solitamente una durata massima di 20-30 minuti e, a seconda della patologia che deve essere trattata e della sua gravità, un ciclo completo che può variare dalle 5 sedute alle 10 sedute (anche se non esistono protocolli rigidi ma soluzioni personalizzate al caso clinico in cura).
La Tecarterapia può essere utilizzata in due diverse modalità e, la scelta del loro utilizzo, dipende da quale sia il tipo di tessuto biologico sul quale bisogna lavorare:
- Capacitiva: questa modalità viene utilizzata nei problemi che sono a carico dei tessuti molli con una bassa resistenza alla corrente, per esempio cute, muscoli, vasi sanguigni, ecc.. Riesce a rilasciare energia nei tessuti più superficiali.
- Resistiva: questa modalità viene utilizzata sui tessuti che hanno maggior resistenza alla corrente, per esempio i legamenti, i tendini e la cartilagine. Riesce a dare energia in profondità.
Quali sono gli effetti della Tecarterapia?
Gli effetti terapeutici dell’applicazione del calore sono stati provati in modo scientifico già da molto tempo e da molti studi. Gli effetti biologici della Tecarterapia, che appunto produce calore all’interno del corpo, sono i seguenti:
- Incremento della temperatura corporea interna avvertita dal paziente sulla zona trattata;
- Incremento del flusso sanguigno, in particolare nei piccoli e medi vasi;
- Aumento della produzione di risorse energetiche cellulari (ATP);
- Sollecitazione del drenaggio venoso e linfatico, in particolare in presenza di edema;
- Incremento del consumo di ossigeno dei tessuti che vengono trattati;
- Abbassamento della viscosità del tessuto muscolare e connettivo;
- Rilassamento muscolare;
- Aumento della distribuzione di sostanze nutritive verso i tessuti che vengono trattati;
- Vengono equilibrati i processi metabolici locali, in modo tale da eliminare le scorie ed i cataboliti;
- Riduzione del dolore grazie al rilascio di endorfine endogene;
- Velocizzazione dei processi di rigenerazione dei tessuti trattati.
Alcune ricerche hanno dimostrato che gli effetti precedentemente elencati vengono accentuati se durante l’attuazione del messaggio si effettuano dei movimenti, ovvero se si applica la Tecarterapia in modo dinamico.
Questi effetti, comunque, derivano dalla quantità di energia che riesce ad essere erogata dal macchinario e che viene in seguito portata sulle piastre: dunque, per riuscire ad aumentare il microcircolo bisogna utilizzare il macchinario in atermia, ovvero ad un basso livello energetico; per riuscire ad indurre una vasodilatazione, l’energia utilizzata deve essere intermedia; mentre per incrementare la temperatura in modo tale da ottenere un rilasciamento muscolare e migliorare il trofismo, bisogna utilizzare un’ alta quantità di energia (ipertermia). E’ necessario che il macchinario Tecar sia affidato alle mani di personale qualificato al suo utilizzo, in grado di gestire i suoi parametri di funzionamento in base al disturbo da trattare (esempio cervicalgia) e all’obiettivo finale da raggiungere (esempio riduzione del dolore e del formicolio su un braccio).
Quando è indicata la Tecarterapia?
La Tecarterapia può essere applicata ed è indicata in varie situazioni patologiche:
- Patologie muscolari come tensioni del muscolo, contratture e contusioni, elongazioni, strappi ed edemi;
- Patologie del tendine come tendiniti, tenosinoviti ed anche tendinopatie inserzionali;
- Algie tra le quali la cervicalgia, la dorsalgia, la lombalgia, la pubalgia ecc;
- Patologie osteo-articolari dovute ad esiti di contusioni, fratture ossee, infiammazioni osteo-articolari ed anche artosi;
- Patologie della cartilagine;
- Borsiti;
- Distorsioni che presentano edema e gonfiore;
- Distrazioni o lesioni legamentose (rottura del legamento crociato anteriore o posteriore, ecc.);
- Lesioni dei menischi;
- Problematiche post-operatorie (esempio dopo interventi di protesi, formazione di aderenze)
- Infortuni
Tecarterapia e controindicazioni: può far male?
La Tecarterapia non ha particolari controindicazioni, a differenza di tanti altri macchinari elettromedicali. La si può allora considerare come la panacea di tutti i mali? Non proprio. Si deve, comunque, porre attenzione al suo utilizzo su pazienti portatori di pacemaker, su pazienti con patologie neoplastiche, su donne in gravidanza o su soggetti termosensibili, per i quali sarebbe opportuno richiedere una consultazione medica prima di procedere all’applicazione.
Non ci sono degli effetti indesiderati e quindi può essere definito un trattamento abbastanza sicuro. Dobbiamo porre però l’attenzione sul calore che viene percepito dai pazienti evitando di surriscaldare eccessivamente la zona trattata; di solito il paziente avverte un calore molto sopportabile.
Perchè utilizzare la Tecarterapia?
Perché decidiamo di sottoporci alla Tecarterapia?
Abbiamo potuto osservare che la Tecarterapia è una terapia fisica non pericolosa, abbastanza efficace e benefica, ma soprattutto che non presenta alcun tipo di effetto collaterale. La caratteristica migliore e vantaggiosa della tecarterapia è la velocizzazione dei processi di guarigione, che permette un’importante diminuzione dei tempi di recupero nei processi acuti e cronici delle patologie muscolari ed osteo-articolari.
Tecarterapia e dolore cervicale: come applicarla?
Negli ultimi 10 anni la Tecarterapia si è trasformata in uno dei trattamenti più prescritti nei pazienti con cervicalgia, sulla quale risulta quasi miracolosa. Inoltre, è importante chiarire che, per sottoporsi ad un ciclo di Tecar, è necessario avere una diagnosi fatta da uno specialista, che riesca ad individuare la causa del dolore cervicale.
Ora, se soffri di un problema cervicale ed hai in mano la classica prescrizione del tuo medico con scritto Tecar, leggendo questo articolo ti starai sicuramente chiedendo: “ma fa male?”, “dovrei togliermi i vestiti?”, “in che posizione mi dovrei mettere per farla?”.
Rispondiamo subito alla prima domanda: no, la Tecarterapia non fa male, al contrario è molto tollerata, piacevole per quasi tutti i pazienti. Ovviamente è un macchinario operatore-dipendente, legato quindi anche alla manualità del fisioterapista, il quale dovrà essere in grado di non esercitare eccessiva pressione sui punti riferiti come i più dolenti.
Rispondiamo ora alle successive domande: per un’applicazione alla cervicale della Tecarterapia il paziente può disporsi in posizione supina o prona sul lettino o in posizione seduta. Tuttavia, la posizione che verrà assunta dal paziente dovrà necessariamente essere comoda, in quanto, la seduta che durerà 20/30 minuti, deve apportare maggior rilassamento possibile al paziente, il quale verrà guidato dal terapista sia nella scelta della posizione più corretta da assumere, sia durante l’intera seduta di Tecarterapia. Data la necessità di spalmare una crema conduttiva sulla zona da trattare (tratto cervicale, scapolare, dorsale alto e collo) ai fini del corretto funzionamento del macchinario, è opportuno togliere i capi di abbigliamento.
Molto spesso, nei casi come artrosi cervicale o ernie o protrusioni, la tecarterapia risulta essere molto efficace. Questa terapia è molto indicata nel torcicollo, nelle sindromi miofasciali dolorose e nella cervicalgia muscolo-tensiva, soprattutto grazie all’effetto di rilassamento muscolare, di aumento della temperatura della zona corporea e di diminuzione della resistenza e viscosità del tessuto muscolare e connettivo: per tali disturbi è consigliabile l’utilizzo della tipologia capacitiva, agente soprattutto sui tessuti molli. La Tecarterapia viene indicata anche nella cervico-brachialgia caratterizzata da sintomi come formicolio, dolore irradiato alle spalle e intorpidimento delle braccia.
L’efficacia della Tecarterapia è legata alla natura del problema cervicale: sui dolori cervicali che hanno origine dalla muscolatura, la Tecarterapia è molto più veloce in termini di tempi di recupero rispetto a quelle patologie che nascono da problemi osteo-articolari, per le quali sono necessarie sicuramente più sedute, integrate anche con altre terapie strumentali o con tecniche di rieducazione posturale.
Per concludere, mostriamo ora alcuni esempi di applicazioni cervicali della Tecarterapia.
La figura mostra una seduta di Tecarterapia eseguita presso l’F-Medical Group di Frosinone su paziente con diagnosi di cervico-brachialgia destra. Il paziente è posizionato comodamente seduto, con la piastra fissa al di sotto dell’avambraccio destro (si preferisce il lato dove sono avvertiti i sintomi), mentre l’operatore massaggia la zona cervicale con il manipolo in modalità resistiva, oppure tiene fisso il manipolo in corrispondenza delle vertebre cervicali mentre chiede al paziente di eseguire alcuni semplici movimenti con la testa (flessione, rotazione, inclinazione). La richiesta di movimento (esercizi di mobilizzazione, stretching ecc…) durante l’erogazione del macchinario, ne potenzia gli effetti prima citati e permette di concentrare l’energia generata sulle strutture coinvolte nell’esercizio (esempio se si vuole massimizzare l’effetto di rilassamento del muscolo trapezio, durante il passaggio della Tecar si possono associare esercizi di allungamento del trapezio stesso).
Qui, invece, è mostrata una seduta classica di Tecarterapia eseguita su paziente con cervicalgia muscolo-tensiva associata a tecniche di massoterapia di detensionamento. Il paziente, come si vede, è disteso in posizione prona con la piastra fissa al di sotto dell’addome. Il terapista esegue manovre di massoterapia sul tratto cervico-scapolare in modalità capacitiva o, eventualmente, associando modalità resistiva e capacitiva nell’arco della seduta.